APPROVATO DAL CONSIGLIO PROVINCIALE IL

Piano Regolatore Generale di ROCCARAINOLA

 

Finalmente è stata messa la parola fine ad una vicenda che durava  oramai da 25 anni.

Nella seduta dell’8 Febbraio 2005, alle ore 12.42, il Consiglio Provinciale di Napoli, con i voti della maggioranza e l’astensione degli otto consiglieri presenti della Cdl, nessuno contrario, ha approvato definitivamente il Piano Regolatore del Comune di Roccarainola.

Bisogna andare indietro nel tempo, sino ad arrivare alle amministrazioni dell’Ing. Sirignano (Sindaco dal 1978 al 1990) per sentire nominare per la prima volta la parola PIANO REGOLATORE GENERALE.

Da allora si sono succeduti vari sindaci e vari commissari prefettizi senza che mai il problema fosse stato affrontato in modo serio o per meglio dire senza che mai nessuno avesse avuto l’intenzione di “risolverlo” il problema.

Finalmente poi, dopo anni di ricatto psicologico, dove i vari candidati a Sindaco avevano “sfruttato” il PRG per poter avere consensi elettorali, e soprattutto dopo l’ultima campagna elettorale, che aveva visto proprio il PRG al centro di tutto il programma elettorale della compagine della Lista Arcobaleno, risultata poi vincitrice, la battaglia che la lista Colomba ha condotto, si è conclusa nel modo più felice possibile.

Finalmente il territorio è stato dotato di uno strumento urbanistico efficace su cui costruire il futuro.

Durante tutte le campagne elettorali che io ricordi, tutti i vari raggruppamenti hanno giocato la loro partita sul Piano Regolatore Generale.

Lascio al lettore individuare o ricordare la vera ragione del perché il PRG non sia stato mai approvato.

Resta di fatto che nel 2002 una nuova compagine politica si assunse l’onore e l’onere di portare avanti il Piano Regolatore, la lista Colomba, che non si era dichiarata contraria alle costruzioni, ma aveva solamente affermato che se si poteva costruire lo si doveva fare seguendo le leggi dello stato.

Questo strumento urbanistico veniva visto finalmente solamente come tale e non “abbinato” esclusivamente all’edilizia privata.

In considerazione dl fatto che in alcune “zone” del paese non si era mai potuto costruire perché la legge lo vietava, si puntò sui servizi e sugli insediamenti produttivi.

Luigi De Rosa