I
Guelfi e i Ghibellini
A
Roccarainola dall’ultima campagna elettorale del 2004 si avverte la presenza
di un clima diverso.
In
un certo senso si potrebbe anche dire che si vive quasi in una interminabile
campagna elettorale iniziata nel 2001.
A
memoria non era mai capitato che le rivalità e le contrapposizioni fossero
durate per tanto tempo. Sembra quasi di rivivere i tempi dei Guelfi e dei
Ghibellini, due fazioni che in ogni comune
dell’Italia medievale si contendevano il potere, in un’infinita lotta senza
esclusione di colpi.
Ormai
sono trascorsi sei mesi dalle elezioni amministrative a Roccarainola. Elezioni
che hanno visto vittoriosa la compagine dell’arcobaleno capeggiata da Antonio
Miele nei confronti della Colomba capeggiata da Raffaele De Simone.
Il
clima instaurato durante la campagna elettorale certo non si può dire che non
sia stato “frizzante” dove i Candidati si sono
affrontati a colpi di comizi, video e slides.
La
corsa ai poteri locali sembrava essere stata addirittura in grado di smuovere
l’ormai radicata indifferenza di gran parte della popolazione nei confronti
della politica.
Forse
quando si tratta di definire le autorità del proprio Comune tutti di sentono
coinvolti in modo più personale e riservano più attenzione ai singoli
candidati, alle simpatie o alle antipatie umane o ai gruppi che esprimono un
certo capitale di influenza e di potere, più che alle ideologie (per altro
sempre più fumose e difficili da distinguere). Insomma, ogni volta che ci sono
le elezioni comunali risorgono come d’incanto in ogni angolo i guelfi e i
ghibellini.
E
tutto questo rientra nella cosiddetta “normalità” delle campagne elettorali
dove ognuno difende le proprie posizioni e le proprie idee. Semmai l’accusa
che si potrebbe muovere a molti cittadini e quella di non “mostrare”
apertamente la propria identità in modo da poter facilmente salire, dopo, sul
carro del vincitore. Ma questa è un’altra storia.
Quindi,
dicevo, la contrapposizione di due fazioni all’interno del paese è ancora
palpabile.
Ma
non pensate che questo debba finire? Non pensate che sia arrivato il momento che
i componenti dell’attuale maggioranza consiliare siano gli amministratori di
tutti quanti e allo stesso tempo l’opposizione sia l’interprete di tutti i
malcontenti dei cittadini e non solo di una parte. I cittadini di Rocca non
possono essere etichettati come Guelfi o Ghibellini a seconda del volere di una
sola persona.
Basta
con le vendette, le rappresaglie, le ritorsioni, basta con i soprusi. Ritorniamo
a fare politica spersonalizzando la parola, facendola divenire di nuovo e
semplicemente POLITICA. Anche perché il cittadino che poi deve “scegliere”
da chi essere amministrato non sa distinguere tra guelfi e ghibellini se le due
fazioni agiscono allo stesso modo usando gli stessi strumenti di lotta.
Nel
1991 a Rocca è iniziata l’era della personalizzazione della politica e si è
vissuti sempre nella consapevolezza di “votare contro” qualcuno e mai “a
favore” di qualcuno. Conseguenza di questo tipo di politica (se così può
essere chiamata) è stato “l’inferno” per alcune persone. Ma cosa strana
è che chi ha tracciato una linea, dividendo i cittadini di Rocca tra buoni e
cattivi, è la stessa persona che nell’ultima campagna elettorale, a distanza
di dodici anni, ha decretato la fine del purgatorio per “i maligni”,
accogliendoli sotto la sua ala protettrice. La mia non è la speranza di una
remissione per chi ha “peccato”, anzi, ma è il desiderio che non venga
ancora una volta affermato il principio de “Il Gattopardo”, ovvero:
Occorre che cambi tutto, perché non cambi niente.
Come dire: Niente
di nuovo sotto il cielo. Non importa se si è di centro-destra o di
centro-sinistra, il Gattopardo ancora governa in questa Terra: “Che tutto
cambi perché nulla cambi”.
Mi
chiedo se anche questa volta i cittadini ci cascheranno?
Le grandi aspettative di cambiamento e rinnovamento della politica sono ancora presenti tra i cittadini. Concentriamoci perciò non sulla rivalità ma piuttosto sull’assenza di informazione politica (obiettiva) che possa consentire ai cittadini di valutare con consapevolezza l’operato dei consiglieri comunali in carica, e non lasciare alle “fazioni” di fornire notizie convenienti e personalizzate solamente ad un ristretto numero di cittadini che a loro volta da convinti tifosi diffondono le stesse notizie in modo ancora più inesatto e approssimativo.
Concentriamoci sull’assenza fisica di alcuni consiglieri comunali che sfuggono al dialogo con i cittadini e preferiscono coltivare il proprio ristretto orticello elettorale composto da parenti e conoscenti occasionali sottraendosi in questo modo al confronto politico.
E’ vero, gli uomini sono disposti a fare molto di più per eliminare ciò che temono che per ottenere ciò che desiderano, ma deve terminare l’era in cui l’uomo deve ricevere ordini da poteri superiori perché è incapace di pensare da solo e deve affermarsi l’era in cui l’uomo è capace di apprendere la verità e di pensare per se così da poter dare un giudizio obiettivo sulle cose.